Nella forma ordinaria del rito romano essa è detta anche domenica De Passione Domini (della Passione del Signore). Nella forma straordinaria la domenica di Passione si celebra una settimana prima, perciò la Domenica delle Palme è detta anche Seconda Domenica di Passione.
Questa festività è osservata non solo dai Cattolici, ma anche dagli Ortodossi e dai Protestanti.
In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma (cfr. Gv 12,12-15). La folla, radunata dalle voci dell'arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente gli rendevano onore.
Festa religiosaDomenica delle Palme
II Domenica di PassioneTipo di festa religiosa
Data Domenica precedente alla Pasqua
Religione Cristianesimo
Avvenimento celebrato Ingresso di Gesù Cristo a Gerusalemme
Feste correlate Pasqua, Quaresima, Giornata Mondiale della Gioventù
Tradizioni Scambio di palme ed olivi benedetti
Altri nomi Domenica della passione del Signore
Celebrazione liturgicaIn ricordo di questo, la liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo al di fuori della chiesa dove si radunano i fedeli e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma che sono portati dai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti continua la celebrazione della Messa con la lunga lettura della Passione di Gesù. [1] Il racconto della Passione viene letto da tre persone che rivestono la parte di Cristo (letta dal sacerdote), dello storico e del popolo. In questa Domenica il sacerdote, al contrario di tutte le altre di Quaresima [2] (tranne la quarta in cui può indossare paramenti rosa) è vestito di rosso.
Tradizioni
Generalmente i fedeli portano a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. In alcune regioni, si usa che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
In molte zone d'Italia, con le foglie di palma intrecciate vengono realizzate piccole e grandi confezioni addobbate (come i parmureli di Bordighera e Sanremo in Liguria), che vengono scambiate fra i fedeli in segno di pace. Queste palme intrecciate, in genere di colore giallo, sono vendute ai fedeli vicino alle chiese.
Nel vangelo di Giovanni: 12,12-15, si narra che la popolazione abbia usato solo rami di palma che, a detta di molti commentari, sono simbolo di trionfo, acclamazione e regalità. Sembra che i rami di ulivo siano stati introdotti nella tradizione popolare, a causa della scarsità di piante di palma presenti, specialmente in Italia. Ad ogni modo un'antica antifona gregoriana canta: «Pueri Hebraeorum portantes ramos olivarum obviaverunt Domino» ("Giovani ebrei andarono incontro al Signore portando rami d'ulivo").
Nelle zone in cui non cresce l'ulivo, come l'Europa settentrionale, i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate.
Cenni storiciSi hanno notizie della benedizione delle palme a partire del VII secolo in concomitanza con la crescente importanza data alla processione. Questa è testimoniata a Gerusalemme dalla fine del IV secolo e quasi subito fu introdotta nella liturgia della Siria e dell'Egitto.
In Occidente questa domenica era riservata a cerimonie prebattesimali, infatti, il battesimo era amministrato a Pasqua; e all'inizio solenne della Settimana Santa, quindi benedizione e processione delle palme entrarono in uso molto più tardi: dapprima in Gallia (secolo VII-VIII) dove Teodulfo d'Orléans compose l'inno “Gloria, laus et honor” e poi a Roma dalla fine dell'XI secolo.
La prima "Giornata Mondiale della Gioventù" è stata celebrata nel 1985 durante la Domenica delle Palme, che ancora oggi ne ospita le edizioni a livello diocesano.
Nella forma ordinaria del rito romano è tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, a seconda dell'anno liturgico. Nella forma straordinaria del rito romano si legge sempre la Passione secondo san Matteo. Per entrambe le forme del rito romano il testo della Passione che si legge il Venerdì Santo, invece, è tratto dal Vangelo di san Giovanni.
Nella forma straordinaria del rito romano la Quaresima finisce prima della domenica di Passione.
Proverbi
L'olivo benedetto vuol trovar pulito e netto
L'olivo benedetto vuol trovar pulito e netto, è un proverbio popolare che associa un evento religioso, come la festività della Pasqua ad una abitudine rurale, come quella delle pulizie di Pasqua.
Il proverbio si riferisce alle pulizie pasquali, che nelle comunità rurali ed in alcune province italiane rappresentano ancora una cerimonia e un rito festoso di rinnovamento.
Dopo che la campagna si è rivitalizzata e rianimata, la nuova vita, con un riferimento evidente alla festività religiosa, fa irruzione nella casa intristita a causa dell'inverno. Ecco quindi che nasce il bisogno di rinnovare la casa alla stessa stregua del campo o della vigna, non solo pulendola ma anche svecchiandola laddove sia possibile.
La tradizione prevede che i lavori inizino con un certo anticipo rispetto alla data in cui cade la Pasqua, per consentire al simbolo della benedizione e della pace (l'olivo della domenica delle Palme) di trovare la casa già pulita e nuova.
Proprio questo è il periodo della potatura dell'olivo.
L'olivo e il nidoIl nido
« La domenica dell'olivo
ogni uccello fa il suo nido. »
I proverbi popolari fanno riferimento anche al mondo della natura, della flora e della fauna. In questo caso, il proverbio ci informa che il giorno della domenica dell'olivo, gli uccelli terminino di preparare il nido. Un'altra relazione evidenziata dal proverbio è quella che intercorre fra la primavera e la Pasqua.
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