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giovedì 1 ottobre 2015

Il rosmarino fa bene alla memoria e al cervello,Giù di corda, difficoltà di..


Il rosmarino fa bene alla memoria e al cervello

Giù di corda, difficoltà di memoria? Forse una sniffata di rosmarino potrebbe aiutarvi. Non pensate male, non è un invito a usare surrogati di sostanze stupefacenti, tutt’altro: respirarne l’aroma fa bene al cervello e migliora anche il tono dell’umore, almeno secondo una ricerca pubblicata su Therapeutic Advances in Psychopharmacology. Alcune proprietà farmacologiche di questa spezia sono già note: contiene acido carnosico e acido rosmarinico, utili nel contrastare l’Alzheimer, il decadimento cognitivo e i disturbi della memoria (quindi va benissimo inserirla nella dieta).


Mark Moss e Lorraine Oliver, ricercatori della Northumbria University (Gran Bretagna), sostengono ora che anche solo annusare rosmarino migliora le prestazioni cognitive. Il segreto è una molecola organica chiamata 1,8-cinolo, di cui è composto oltre il 35 per cento dell’olio essenziale. «È una sostanza molto simile all’eucaliptolo contenuta anche nella salvia, nell’alloro e in altre piante aromatiche, ma in percentuali inferiori» spiega Fabrizio Tagliavini dell’istituto neurologico Carlo Besta di Milano. «Entra nei vasi sanguigni attraverso la mucosa delle vie respiratorie e viene poi facilmente veicolata dal sangue direttamente nel cervello».


Nell’esperimento inglese, 20 persone hanno inalato rosmarino in dosi differenti. Successivi test cognitivi hanno mostrato migliori prestazioni in termini di precisione e velocità nei soggetti che avevano una più alta concentrazione della molecola nel sangue. C’è inoltre una corrispondenza tra il buonumore e suo il livello nel sangue, sostiene Moss. Più cauti gli esperti italiani: «È una scoperta interessante» afferma il Giovanni Biggio, responsabile della Società Italiana di neuropsicofarmacologia. «Ma sono necessari dati biochimici più approfonditi sulla molecola 1,8-cinolo in vitro per valutarne le quantità efficaci e per capire come agisca, quando respirata, proprio come i farmaci usati nella terapia dell’Alzheimer. Cioè inibendo la ricezione dell’acetilcolinesterasi, l’enzima che distrugge il neurotrasmettitore acetilcolina».


Aggiunge Tagliavini: «È una ricerca di grande valore scientifico perché focalizzata sull’uso di sostanze naturali, ed è verosimile l’effetto sul tono dell’umore. L’acetilcolina inoltre mette il cervello in condizione di lavorare al top ma al momento non sono chiari i meccanismi che la stimolano tramite l’inalazione d’essenza di rosmarino. Possiamo affermare che è una prima importante osservazione, ma servono ulteriori studi, monitorando parametri neuropsicologici nei soggetti esposti».


di Angelo Piemontese


panorama.it/

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